Credito d’imposta per sanificare ambienti di lavoro

L’emergenza Covid-19 costringe anche le imprese a ridefinire le proprie priorità, in virtù delle nuove esigenze governative.

Il Decreto Legge del 17 marzo 2020, n.18, c.d. Cura Italia, prevede tra le misure economiche e non volte a contrastare il propagarsi del Coronavirus un credito d’imposta finalizzato alla sanificazione degli ambienti di lavoro. Vediamo assieme in cosa consiste.

L’emergenza che l’Italia, e ormai tutto l’Occidente, sta affrontando, non obbliga solo i singoli cittadini a cambiare le proprie abitudini, limitando le azioni di libertà che tutti davano per scontate, ma costringe anche le imprese a ridefinire le proprie priorità, in virtù delle nuove esigenze governative.

Se prima le disposizioni poste in essere dal legislatore miravano ad incentivare la formazione e a favorire la crescita delle imprese con misure agevolative come art bonus e incentivi fiscali per gli investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani e periodici, ora le cose stanno cambiando.

Le ultime manovre messe in atto consistono in “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19.”. Si mira quindi a finanziare il sistema sanitario nazionale, a sostenere l’occupazione e i settori economici e a garantire liquidità nel sistema di credito in questa particolare situazione di pandemia, come l’ha definita la stessa OMS.

Tra le disposizioni previste vi è il cd. bonus sanificazione, un incentivo sotto forma di credito d’imposta che mira a garantire che gli ambienti e gli strumenti di lavoro siano sanificati per contenere il contagio da Covid-19. Tale beneficio, così come precisato dall’art. 64 del succitato decreto, è rivolto a soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione, quindi a tutti quei datori di lavoro che sono tenuti a garantire la salubrità dei locali e degli strumenti di lavoro e a cui, ora, il Governo richiede ulteriori misure di prevenzione.

Il credito è riconosciuto per il periodo d’imposta 2020 per una somma non superiore a 20.000 euro e fino all’esaurimento dell’importo massimo di 50 milioni di euro stanziati per l’anno in corso. Dovrà essere emanato un decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il MEF, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge, per avere maggiori informazioni in merito all’altra faccia del credito d’imposta: il lato operativo. L’art. 64, inoltre, non fornisce indicazioni circa i limiti applicativi dell’agevolazione; sarà necessario attendere il decreto attuativo per verificare se vi sono eventuali restrizioni, ad esempio, relative all’utilizzo di determinati prodotti o nella scelta dell’impresa esecutrice degli interventi di sanificazione.

Intanto, non hanno perso tempo sindacati e imprese che, il 14 marzo 2020, hanno siglato, in accordo col Governo, il “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Tale protocollo, basato sulle prescrizioni del Ministero della Salute per la gestione del rischio Covid-19, contiene linee guida suddivise in 13 punti, volte ad evitare il contagio. Tra queste, in materia di pulizia e sanificazione è stato previsto che “L’azienda assicura la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro (comprese tastiere, schermi touch, mouse), delle aree comuni e di svago e dei distributori di bevande e snack.”

Giulia Zanotto – Fisco 7

Fonte: https://quifinanza.it/fisco-tasse/covid-19-credito-dimposta-spese-di-sanificazione-ambienti-di-lavoro/363501/

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