Sanificazione degli ambienti: cosa si intende e come si fa in un negozio?

Quali sono le indicazioni per sanificare gli ambienti dei negozi e delle attività produttive che riaprono al pubblico.

Scattano le primissime riaperture dei negozi, come librerie e store di articoli per bambini, a patto però del rispetto delle regole anti-coronavirus, tra queste l’uso delle mascherine, l’accesso contingentato delle persone, dispenser di gel igienizzanti mani, oltre all’obbligo della sanificazione degli ambienti prima di ritirare su il bandone come succede ad esempio in Toscana: ma cosa si intende e come si fa la sanificazione di un negozio? Esistono ditte specializzate che sanificano i luoghi ad esempio con l’ozono per un costo medio di circa 60 euro per 50 metri quadrati, ma ci sono anche le indicazioni del Ministero della Salute, contenute in una circolare riguardo alla prevenzione della diffusione del coronavirus Covid-19.

Il Decreto Cura Italia ha inoltre previsto un bonus sanificazione, riconoscendo un credito di imposta alle aziende che predispongono operazioni per rendere sicuri ambienti e strumenti di lavoro.

Cosa si intende per sanificazione? Cosa significa?

Iniziamo dai tre gradini previsti dalla “scala” per rendere sicuri gli ambienti dal punto di vista igienico e sanitario: sul più basso c’è la comune pulizia, seguita dalla sanificazione, per arrivare infine alla disinfezione. Prima di sanificare un ambiente si parte dalla normale pulizia con acqua e sapone. Passare un comune detergente permette di rimuovere lo sporco visibile, come polvere, grasso e materiale organico.

Il secondo step è appunto la sanificazione, con questo termine si intende un intervento che elimina batteri e agenti contaminanti, abbassando drasticamente la carica batterica presente negli ambienti come quelli di un negozio o di una fabbrica, grazie a prodotti chimici specifici. Interessa sia i pavimenti, sia le varie superfici come tavoli, banconi e gli strumenti di lavoro.

Come si fa la sanificazione degli ambienti e di un negozio

Una definizione di sanificazione si trova nella circolare del 22 febbraio diffusa dal Ministero della Salute che indica le misure di igiene da prendere nei locali dove siano state presenti persone contagiate da coronavirus. La fase preventiva è quella di lavare i locali con acqua e con i comuni saponi. Per la decontaminazione il Ministero della Salute raccomanda l’uso di ipoclorito di sodio diluito allo 0,1% (il che significa semplicemente candeggina). Per le superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, viene suggerito l’utilizzo di etanolo (alcool etilico) al 70% dopo la pulizia con un detergente neutro.

Vanno sanificate con particolare attenzione tutte le superfici toccate di frequente, come muri, porte, maniglie, finestre. La biancheria, come  le tende e altri materiali di tessuto, deve essere sottoposta a un lavaggio con sapone e acqua calda a 90 gradi. Se non è possibile a causa delle caratteristiche del tessuto, va aggiunto al ciclo di lavaggio candeggina o prodotti a base di ipoclorito di sodio.

Il bonus sanificazione, come funziona

Il decreto cura Italia prevede per le aziende che sanificano gli ambienti di lavoro un bonus sotto forma di credito d’imposta, pari alla metà della spesa per un massimo di 20 mila euro nel 2020.  L’Agenzia delle Entrate in una circolare ha chiarito che questa agevolazione viene riconosciuta anche per  l’acquisto di:

  • dispositivi di protezione individuale (come mascherine chirurgiche, Ffp2 e Ffp3, guanti, visiere di protezione e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari)
  • dispositivi di sicurezza che proteggano i lavoratori dall’esposizione ad agenti biologici o per garantire la distanza di sicurezza (ad esempio barriere e pannelli protettivi)
  • gel igienizzanti mani e i disinfettanti.

Fonte: https://ilreporter.it/sezioni/cronaca-e-politica/sanificazione-ambienti-negozio-cosa-si-intende-come-si-fa/

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