Manutenzione del verde pubblico: come fare un cronoprogramma

La programmazione è lo strumento efficace alla base della manutenzione del verde pubblico

Per la programmazione del servizio di manutenzione del verde pubblico, è opportuno prevedere più livelli, ciascuno in risposta a specifiche esigenze gestionali. L’abilità del progettista sta proprio nel sapere individuare fra le pieghe di una realtà complessa le soluzioni gestionali più idonee.

Un buon servizio di manutenzione deve necessariamente portare a un miglioramento qualitativo del verde pubblico. Solo dando ai cittadini l’opportunità di fruire di aree verdi più sicure, più pulite ma anche più belle e accoglienti, sarà possibile affermare di avere svolto una buona gestione del patrimonio.

Conoscere i luoghi per il verde del futuro
Ogni area verde ha la sua storia, ogni essenza vegetale ha delle peculiarità che devono essere rispettate e assecondate. Ricercare le specifiche potenzialità e necessità delle aree oggetto di intervento è un’attività di grande importanza che spesso viene sottovalutata. Conoscere in profondità le particolarità delle aree oggetto del servizio è una prerogativa essenziale per progettare responsabilmente un servizio di qualità. Migliorare la qualità del verde significa anche ragionare su come lo stesso potrà svilupparsi negli anni a venire, sia nel medio che nel lungo termine. Tutta l’attività di pianificazione urbanistica e di manutenzione deve ispirarsi a questi concetti se vogliamo consegnare alle generazioni future aree verdi sempre accoglienti e funzionali.

Programmazione vera e propria della manutenzione del verde pubblico
Il primo passo per una corretta programmazione del servizio è quello di costruire un solido cronoprogramma annuale indicando per ogni mese le attività che dovranno essere svolte. Naturalmente tale cronoprogramma è solamente indicativo. Stagionalità e specificità locali renderanno necessari ulteriori affinamenti della programmazione.

Tuttavia tale cronoprogramma permette un’utile visione d’insieme di tutte le attività che si andranno ad articolare e a dettagliare. Per quanto possibile, è utile comprendere in questa programmazione tanto le lavorazioni di manutenzione ordinaria quanto quelle di manutenzione straordinaria prevedibili.

La tabella che segue illustra le principali lavorazioni relative alla manutenzione del verde con indicate la frequenza minima e il periodo di esecuzione. Quest’ultimo può differire in funzione delle peculiarità climatiche del sito. Il cronoprogramma indicato è stato costruito considerando l’andamento stagionale della regione Emilia Romagna.

Alla programmazione annuale segue quella mensile, sempre generica ma più puntuale sulle stagionalità, e quella settimanale, con dettaglio giornaliero. Questa programmazione, rispetto alla precedente, mette maggiormente a fuoco l’impegno di chi dovrà eseguire i lavori, concentrando l’attenzione in un periodo più ristretto e molto ben definito.

Per quanto precisa e approfondita, anche la programmazione settimanale ha carattere previsionale. Cause di forza maggiore (eventi climatici, scioperi ecc.) possono in qualsiasi momento determinare un’interruzione momentanea dell’erogazione del servizio. Pertanto il caposquadra, sulla base delle lavorazioni effettivamente eseguite, dovrà provvedere quotidianamente a segnalare quelle svolte (intervento chiuso) e quelle che invece sono ancora in corso (intervento aperto). Tutte le attività non eseguite devono essere tempestivamente riprogrammate alla prima data utile. Sconvolgimenti della programmazione effettuata possono creare seri problemi, sia organizzativi che gestionali.
Tutta l’attività di programmazione e dei servizi effettuati dovrebbe essere scritta su file elettronici indicando le priorità di intervento, in modo da poter essere documentata e tracciata.

Modalità di esecuzione degli interventi di manutenzione del verde pubblico
Al fine di ottenere il risultato di gestione prestabilito, devono sempre essere fissati dei parametri precisi in grado di definire la corretta esecuzione di ciascuna lavorazione. Per svolgere questo compito in maniera ottimale è importantissimo che le modalità di esecuzione degli interventi siano ragionate sulla base delle specifiche necessità. Come sempre, un sopralluogo particolareggiato condotto insieme a tecnici esperti è l’unica strada per determinare dei requisiti precisi, oggettivi e realizzabili.

Gestione dinamica del patrimonio arboreo
Nell’ambito del verde pubblico, la gestione del patrimonio arboreo è senza dubbio l’attività più delicata, sia per il loro elevato valore sociale e ornamentale sia per la potenziale pericolosità che può implicare la loro caduta.

La gestione ottimale del patrimonio arboreo pubblico deve prevedere almeno le fasi di seguito descritte:
– monitoraggio iniziale dell’intero patrimonio arboreo;
– valutazione dell’importanza del patrimonio arboreo sulla base delle informazioni botaniche rilevate;
– valutazione dell’importanza del luogo in cui gli alberi sono a dimora;
– creazione di una mappa potenziale del rischio;
– controlli successivi sulla base della mappa potenziale del rischio determinata;
– database dei cedimenti strutturali.

4. Misurazione, analisi e miglioramento

Requisiti iniziali, autocontrollo e monitoraggio dello stato dell’arte
La logica implicita nel processo di miglioramento continuo, alla base di tutte le norme di qualità, è che non può esserci miglioramento se non c’è controllo e, non c’è controllo se non si definisce e si programma ciò che si vuole controllare. L’approccio ideale a ogni tipo di attività è quello che viene comunemente sintetizzato con la sigla “PDCA” e che si articola nelle fasi seguenti:
• P (Plan): pianificare approfondita mente prima di agire;
• D (Do): mettere in atto le azioni studiate;
• C (Check): verificare l’esito delle azioni;
• A (Act): standardizzare se l’esito è stato positivo oppure ripetere tutto il processo “PDCA” nel caso in cui l’esito non sia stato favorevole.

Per controllare al meglio l’attività di manutenzione del verde pubblico sono necessari due tipi di controlli:
• monitoraggio dello stato dell’arte, ovvero verifica dello standard qualitativo dell’area verde rispetto ai requisiti fissati;
• autocontrollo vero e proprio, ovvero controllo qualitativo, quantitativo nonché dell’efficienza dell’esecuzione di tutte le lavorazioni progettate, programmate e realizzate.

Monitoraggio dello stato dell’arte
Questo monitoraggio ha lo scopo di consegnare nelle mani di chi effettuerà la manutenzione luoghi conformi ai requisiti fissati. I requisiti possono riguardare indistintamente la sicurezza, la pulizia, la fruibilità e la bellezza delle aree pubbliche ma anche la salute dei cittadini e la valorizzazione botanica e sociale dei luoghi considerati. In corso d’opera è certamente possibile una ridefinizione degli attributi iniziali.

Il monitoraggio dello stato dell’arte deve essere eseguito su tutte le aree oggetto di intervento con periodicità da definire in funzione della complessità e dell’estensione delle stesse. Nella maggior parte dei casi, quattro monitoraggi l’anno sono più che sufficienti.

Tutte le informazioni ottenute devono essere organizzate e archiviate in un opportuno sistema informativo che ne permetta in qualsiasi momento la rintracciabilità, l’elaborazione e la tracciabilità. Il monitoraggio deve essere condotto da un tecnico altamente specializzato e dotato di grande esperienza in materia. Tale monitoraggio è propedeutico all’autocontrollo.

Autocontrollo
Per autocontrollo è da intendersi il controllo su quanto eseguito da parte di colui che esegue. In altre parole colui che esegue le lavorazioni, oltre a eseguirle correttamente, deve anche controllare che abbiano soddisfatto i requisiti fissati sull’esecuzione del servizio.

La frequenza dell’attività di autocontrollo è strettamente collegata alla frequenza e alla complessità delle lavorazioni da eseguire. In ogni caso da 4 a 6 verifiche annuali sono ampiamente sufficienti.
Naturalmente, avendo come oggetto l’accertamento della qualità del servizio erogato, l’autocontrollo non potrà essere condotto in tutte le stagioni per tutte le lavorazioni; pertanto dovrà essere pianificato ed eseguito a campione su tutte le aree oggetto del servizio. L’autocontrollo dovrà essere eseguito da un tecnico esperto in campo agronomico e botanico ma anche profondo conoscitore dei sistemi di qualità.

Monitoraggi delle aree verdi
Affinché l’attività di manutenzione possa essere adeguata e migliorata nel tempo è assolutamente necessario che:
• venga condotta sulla base di requisiti iniziali precisi e definiti;
• i risultati ottenuti siano misurabili secondo procedimenti chiari e riproducibili.

requisiti iniziali su cui verranno condotti sia il monitoraggio dello stato dell’arte che l’autocontrollo devono inequivocabilmente definire:
• gli standard qualitativi delle aree verdi (per quanto concerne il monitoraggio dello stato dell’arte);
• gli standard di esecuzione di tutte le lavorazioni (per quanto concerne l’autocontrollo).

Per definire i requisiti, oltre all’esperienza e all’osservazione diretta che sono indispensabili e insostituibili, possono essere presi in considerazione:
• i dati pubblicati dalla letteratura professionale specifica;
• il regolamento comunale del verde;
• il capitolato speciale d’appalto e il disciplinare tecnico in caso di gara d’appalto;
• la carta dei servizi.

Tutte le informazioni raccolte dal monitoraggio dello stato dell’arte e dall’attività di autocontrollo serviranno per eseguire seguenti attività:
• gestione delle non conformità;
• analisi dei dati.

Gestione delle non conformità
La gestione di tutte le eventuali non conformità deve avvenire attraverso l’attribuzione di specifici trattamenti e la predisposizione di adeguate azioni correttive.

Tutte queste attività devono essere eseguite con tempestività e nel perfetto rispetto della regola dell’arte. Una non conformità può ritenersi completamente gestita solamente quando:
• vengono ritenuti “chiusi” tutti i procedimenti di riparazione delle non conformità;
• sono state attuate tutte le azioni correttive previste.

Le non conformità, oltre che da monitoraggi dedicati, possono essere rilevate anche da qualsiasi giardiniere piuttosto che dal caposquadra, durante lo svolgimento della normale attività di manutenzione. Devono quindi essere comunicate al tecnico responsabile dei controlli affinché possano essere gestite correttamente e analizzate anche sotto un profilo statistico. Analogo procedimento deve essere utilizzato per la gestione delle azioni correttive.

Analisi dei dati
L’attività di analisi dei dati deve essere condotta in modo assolutamente scientifico, al fine di mettere in evidenza:
• frequenza delle non conformità;
• azioni correttive ricorrenti;
• punti di debolezza del sistema.
• Dall’analisi dei dati possono nascere ulteriori attività quali, ad esempio:
• ulteriori azioni correttive;
• azioni preventive;
• ridefinizione dei requisiti iniziali, sia per quanto riguarda il monitoraggio dello stato dell’arte che per quanto concerne l’attività di autocontrollo.
Lo schema successivo illustra il procedimento corretto per controllare la qualità del servizio erogato e, in ultimo, per consegnare ai cittadini aree verdi adeguate alle legittime esigenze e aspirazioni.

Le visite ispettive interne
di monitorare la qualità del servizio erogato e di valutare eventuali opportunità di miglioramento, tanto del servizio, quanto dello stato dell’arte delle aree. Non ultimo possono essere utilizzate per accertare il rapporto fra i costi e i benefici della “qualità”.

Pianificazione
Le verifiche ispettive devono essere pianificate con attenzione, al fine di andare a monitorare i punti critici del servizio.
Possono riguardare qualsiasi tipo di area e/o lavorazione. Del numero dei controlli è già stato detto nei paragrafi precedenti.
Dal momento che le visite ispettive hanno l’obiettivo di migliorare la qualità del servizio e non quello di mettere in difficoltà i giardinieri, le stesse possono essere comunicate al caposquadra 48 ore prima dell’esecuzione, consentendo di preparare la squadra di lavoro.

Esecuzione
Di seguito sono riportati alcuni dei parametri che possono essere verificati.

Per ogni lavorazione
• Efficienza e funzionalità sia delle attrezzature che delle macchine utilizzate;
• rispetto della programmazione;
• rispetto dei tempi di esecuzione;
• utilizzo da parte sia del caposquadra che dei giardinieri delle macchine e delle attrezzature più idonee;
• utilizzo da parte sia del caposquadra che dei giardinieri dei dispositivi di protezione individuale previsti.

Tappeti erbosi
• Pulizia;
• condizione fisiologica (altezza, colore, vigore e densità);
• condizione fitosanitaria;
• raccolta del materiale di risulta (completa, “mulching” e triturazione);
• raccolta delle foglie;

Alberi – nuovi impianti

Raccolta, trattamento e analisi dei dati
Tutte le informazioni relative ai monitoraggi devono essere raccolte con grande attenzione in quanto le successive elaborazioni dipenderanno dalla qualità dei dati acquisiti.
Le principali elaborazioni che potranno seguire la raccolta sono:
• raggruppamento in classi;
• suddivisione per gruppi omogenei;
• calcoli matematici;
• rappresentazione grafica.
L’elaborazione dei dati deve essere condotta da tecnici esperti tanto del verde quanto di sistemi qualità. L’obiettivo di questa fase è quello di:
• estrarre il maggior numero di informazioni dai dati raccolti;
• definire ipotesi e contraddittori;
• mettere a punto opportuni esperimenti per verificare le ipotesi e la validità dei contraddittori;
• valutare la necessità di ulteriore raccolta dati.

Il miglioramento continuo
Il miglioramento continuo del servizio può e deve essere perseguito attraverso la corretta esecuzione delle seguenti attività:
• rianalisi dei dati;
• attuazione di azioni preventive;
• analisi degli indicatori della qualità del servizio.

Rianalisi dei dati
Una rianalisi efficace dei dati può comprendere le seguenti attività:
• frequenza delle non conformità;
• trattamenti delle non conformità ricorrenti;
• azioni correttive ricorrenti;
• studio delle relazioni causa-effetto;
• individuazione di correlazioni fra dati;
• valutazione dello stato di controllo di un processo e di quanto, eventualmente, è fuori controllo;
• valutazione dei punti di debolezza del servizio;
• ridefinizione delle priorità.

Azioni preventive
Il servizio di manutenzione del verde è attività assai complessa. Eliminare le potenziali cause all’origine di una non conformità in modo da prevenirne gli effetti diventa quindi un’attività essenziale.
Se veramente chi gestisce il servizio pretende dalla propria opera il miglioramento continuo della stessa dovrebbe adottare delle metodologie preventive per individuare le cause di non conformità anche se ancora non verificatesi. Fonti di informazioni per delle possibili azioni preventive possono essere:
• esigenze, aspettative e soddisfazione dei cittadini,
• tecniche di analisi dei rischi;
• rianalisi dei dati;
• valutazione degli indicatori della qualità del servizio.

Indicatori della qualità del servizio
Per mantenere sotto controllo la qualità del servizio di manutenzione, oltre all’osservazione diretta, può essere utile introdurre degli indicatori specifici a fronte dei quali raccogliere e confrontare i dati. I parametri per tenere sotto controllo i processi e misurare i risultati ottenuti sono molto vari e dipendono sia dalla fase del servizio sia dalle caratteristiche considerate critiche. Gli indicatori possono riferire sul risultato complessivo della gestione piuttosto che sulla qualità del singolo processo. In entrambi i casi devono essere delle grandezze perfettamente misurabili.

In linea generale gli indicatori di prestazione vengono introdotti per restituire delle informazioni relativamente a:
• efficacia del servizio (accuratezza, rispondenza e affidabilità);
• efficienza del servizio (costi, ritardi e utilizzo delle risorse);
• flessibilità (capacità di adattare il servizio a cambiamenti improvvisi, anche conseguenti a eventi imprevedibili).

Fonte: https://www.teknoring.com/news/tutela-del-territorio/manutenzione-del-verde-pubblico-come-fare-un-cronoprogramma/

 

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