Finiranno al macero, nessuno li ha voluti. La collezione privata di giornali più ricca d’Italia andrà distrutta. Si tratta di 17 tonnellate di pagine sbiadite della stampa nazionale, firmate da grandi giornalisti, che raccontano la storia d’Italia. Oltre 100mila quotidiani raccolti in 32 anni da Enrico Borellini e Oliviero Diliberto, rispettivamente ex addetto stampa del gruppo della Margherita al Senato e segretario nazionale del Pci. La collezione, inizialmente, prevedeva la raccolta di sei quotidiani al giorno: negli ultimi tempi, però, erano più di 20. Borellini, non avendo più spazio in casa, li custodiva in un capannone di Ronciglione, un paese nei pressi di Viterbo. Fin quando ha potuto pagare la rata del mutuo, continuava a riempire scatoloni e a stiparli nelle scaffalature. Ma quando Diliberto gli ha comunicato che non era più in grado di pagargli lo stipendio, ha dovuto interrompere i pagamenti mensili e in pochi mesi la banca ha messo in vendita il fabbricato. Da quel momento è scattata la ricerca spasmodica di un acquirente: un istituto universitario, una biblioteca, un collezionista privato, un ente locale. Chiunque fosse interessato a quei fiumi d’inchiostro di stampa nazionale. Ma nessuno ha voluto ricevere (anche gratuitamente) la valanga di giornali, ne tantomeno continuare la collezione. Qualcun altro, inizialmente predisposto, si è poi tirato indietro: in tempo di crisi, nessuno è stato disposto a spendere 40mila euro per trasportare e sistemare l’emeroteca. Sembrava quasi fatta con il comune di Torino: “Fassino – racconta Borellini – ha mandato anche un tecnico a ispezionare il capannone per organizzare il trasporto. Ma poi sono spariti”. Ieri la durissima decisione di scegliere la cartiera dove gettarli. La scelta è caduta su quella di Canino che trasformerà i quotidiani in 8 mega bobine di carta. Chissà che non serviranno a produrre nuovi giornali.
Fonte: adginforma.it
 
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