L’autotrasporto conto terzi è un’attività basilare del sistema economico moderno, che però comporta elevati costi in termini ambientali ed economici. In realtà, eliminando gli sprechi e ottimizzando la logistica, è possibile contenere notevolmente tali costi

Camion che effettuano viaggi parzialmente o del tutto scarichi, tratte uguali percorse più volte nel giro di poco tempo, organizzazione logistica basata su parametri diversi rispetto a quelli dell’ottimizzazione dell’utilizzo dei mezzi. Sono questi i problemi principali del trasporto di merci su gomma. Le conseguenze? Danni ambientali molto gravi e ingenti esborsi per la collettività – basti pensare alle tasse per mantenere le infrastrutture della logistica, per ripagare i danni degli incidenti stradali o per effettuare i necessari controlli sulla circolazione.


Nel nostro Paese ci sono circa 143.000 aziende di trasporto con licenza contro terzi, cioè dei professionisti che possono trasportare merci di tutti. Di queste, 40.000 sono senza veicoli, quindi sono soltanto dei meri intermediari, mentre le altre sono varie aziende distinte. Di queste, il 70% non ha più di tre addetti. Si tratta di un settore con realtà aziendali molto piccole, spesso addirittura monoveicolari. È indubbiamente una situazione molto caotica. Se poi consideriamo il fatto che ogni chilometro percorso da un autocarro provoca un impatto ambientale che non viene pagato da nessuno se non dalla collettività attraverso le malattie dovute all’inquinamento, il tempo perso a causa del traffico, gli incidenti, il consumo delle infrastrutture che noi paghiamo con le tasse, ci accorgiamo che è una catena che non può andare avanti all’infinito.

Fonte: ilcambiamento.it 

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