La logistica dell’ultimo miglio è inefficiente? Guardando i bassi tassi di riempimento dei mezzi,  i viaggi a vuoto, l’anzianità e la qualità dei veicoli – anche se con grosse differenze tra una filiera e l’altra – la risposta oggi non può che essere sì: i margini di miglioramento sono ampissimi ma il mercato stenta ad approfittarne, e quando lo fa non sempre è come si dovrebbe. Questo significa che i logistici non sanno fare il loro mestiere? No, affermare questo sarebbe ingiusto: la logistica in Italia è una cosa seria fatta da persone serie, è l’insieme dei fattori che rende tutto più complicato.

 
La logistica dell’ultimo miglio incontra nuove difficoltà lato domanda e lato offerta. Dal punto di vista della domanda i problemi sono per esempio il just in time, la diffusione dell’e-commerce (con il moltiplicarsi delle piccole consegne punto-punto) e la riduzione degli spazi di stoccaggio. Dal punto di vista dell’offerta sono invece problematici l’esistenza di un mercato frammentato con un alto numero di operatori, il trasporto in conto proprio, il ricorso diffuso al subappalto e la dispersione delle piattaforme logistiche. La questione chiama in causa il settore pubblico – che non deve sostituire il privato – in una necessaria divisione di compiti e di responsabilità.
Cosa può fare il pubblico? Innanzitutto rivedere, e in alcuni casi abolire, i vincoli che ostacolano i trasporti. Armonizzazione è la parola chiave: è assurdo che esistano regole particolari e divieti che cambiano da un Comune all’altro (anche sulla stessa strada!) o fasce orarie che rendono di fatto impossibili le consegne secondo una logica organizzata. Le regole, inoltre, dovrebbero essere durature perché implicano investimenti che non possono vanificarsi a ogni nuova elezione. In una realtà troppo parcellizzata le soluzioni a volte creano più danni che benefici (in questo siamo maestri) e questo va evitato. Anche le cose più semplici possono aiutare: ad esempio autorizzare la cosiddetta ‘casella logistica’ in strada, niente altro che un contenitore protetto dove chi consegna può lasciare la merce (ad esempio pane) approfittando di orari in cui gli esercizi sono chiusi (e il traffico è minore).
Cosa può fare il mondo della logistica? Intervenire sui problemi evidenziati prima, lato domanda e lato offerta. Migliorare i propri servizi adottando nuovi strumenti e nuovi mezzi, migliorare l’organizzazione e la gestione manageriale dei trasporti, adottare soluzioni sostenibili dal punto di vista non solo economico ma anche ambientale  perché, la logistica dell’ultimo miglio ha anche una componente emozionale e sociale; non è solo un problema ingegneristico e impatta sulla qualità della vita.

Fonte: ideegreen.it

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